È un dato di fatto. C’è la possibilità di un esodo. Forse già in atto (nelle intenzioni di molti genitori). Dalla scuola dell’infanzia e dalla primaria Oberdan, verso altri plessi (primarie e medie) di altri Istituti.

È inevitabile. A breve tempo è impossibile arginare questa fuga.

In parte comprensibile. In parte no.

Comprensibile per via delle strutture, degli spazi che al momento mancano, delle attività extra-scolastiche ridotte all’osso o completamente assenti.

Incomprensibile perché nella scuola primaria Oberdan e nella scuola media De André, ci sono degli ottimi insegnanti. La De André vede uscire ragazzi e ragazze formati e pronti per le superiori. A livello educativo e didattico si può dire che sia un’eccellenza e, prima che la struttura chiudesse (su coraggiosa decisione della Dirigente) era in netta risalita, quanto a iscrizioni.

Questo per dire che, sì, spazi e strutture e attività extra-scolastiche sono importanti. Ma non determinanti.

Nella stessa primaria Oberdan, ci sono degli ottimi insegnanti, di ruolo, preparati e appassionati. Che ogni giorno accolgono e accompagnano i nostri bambini nella loro crescita, nell’apprendimento e nell’educazione.

Questi dati dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti e invece così non è? Perché?

Questo rimane un mistero. Per ora.

I “giardini” dei vicini rimangono più verdi (anche perché i vicini mostrano solo il lato del “giardino” meglio esposto e più “rigoglioso” indicando, a volte, la sterpaglie nei giardini degli altri).

E, ripetiamo: al momento è impossibile arginarlo.

Non vi nascondiamo che tutta la nostra attività (Feste per la Scuola, vedi quella del 18/12/2021, comprese) è tutta incentrata sulla valorizzazione di un Istituto e di plessi troppo spesso bistrattati e vittime, anche, del lavorìo corrosivo del sentito dire. In positivo (e spesso causa di enormi sopravvalutazioni di altre scuole di altri Istituti) e in negativo (causa della distruzione dell’immagine di plessi – Oberdan e De André, ma anche Franceschi e Cesana, in cui lavorano persone con grandi competenze e passione).

E la nostra attività non può prevedere risultati a breve termine. Ma in prospettiva sì.

Noi abbiamo scelto di scommettere su una scuola in cui crediamo e soprattutto sulle persone che ci lavorano e siamo impegnati a migliorare quei fattori che, per alcuni, pesano più di un contesto umano preparato che accoglie i nostri bambini nel modo più giusto e costruttivo, dal punto di vista educativo e didattico. Ci vorranno due, tre anni.

Per ora non possiamo che osservare la “sfilata” di bambini e bambine (e genitori) verso altri plessi di altri Istituti.

Con la convinzione che presto questo moto centrifugo si invertirà e vedrà l’Istituto via Fabiola di nuovo al centro del territorio.

Abbiamo grandi idee e grandi prospettive.

Il sentito dire si smonta con i fatti. Con l’azione. E con l’impegno. Soprattutto perché questo è un grande esempio, forse il più importante, per i nostri figli.

La Festa per la Scuola dimostra che siamo una grandissima forza. Se tutto questo è nato e si è manifestato è stato solo grazie alla voglia, da parte di un intero Istituto, dalla Dirigente in giù, di affermare e consolidare le proprie qualità. E soprattutto di risolvere i problemi che, ora, fanno sì che ci si orienti verso altre scuole.

Per fortuna c’è chi rimane, impegnandosi per risolverli.

Questa era solo una malinconica riflessione, data dal ritorno alla realtà e alla consapevolezza che la strada da percorrere è lunga.

Rimane negli occhi, nella mente e nel cuore l’emozione infinita della partecipazione e dell’entusiasmo di una Comunità che si è sorpresa nel ritrovarsi. E questo, per ora, avviene solo qui.

Ieri l’erba è stata più verde qui.